lunedì 7 novembre 2011

Carpe diem, Angelino

In queste ore di rovente concitazione politica e di profonda incertezza dei mercati, il mite e saggio Angelino Alfano, delfino del Cavaliere, interviene dalla sua pagina Facebook. I sedicimila fan della pagina pendono dalle sue labbra, chissà cosa dirà il successore del Premier? Parlerà delle possibili dimissioni di B.? Della crisi economica? Beh, ascoltiamolo, sarà certamente qualcosa di importante, vista la situazione. E infatti:

 Tutti pronti a suggerire?

sabato 12 marzo 2011

Il disastro e la memoria

Quello che sta accadendo in Giappone è impressionante. E' notizia di queste ultime ore il danneggiamento di tre reattori nella centrale nucleare di Fukushima e di una esplosione con conseguente aumento del livello di radiottività fino a mille volte il normale. Già da qualche ora il governo aveva decretato lo stato di emergenza nucleare e, nonostante qualche ottimistica speranza, quello che non doveva succedere è successo. Il nucleo non si è raffreddato in tempo. Al di là di ciò che potrà accadere, al di là del dolore per le popolazioni colpite ci chiediamo: in quanto tempo ci raffredderemo noi? In quanto tempo ci dimenticheremo? Una catastrofe naturale con conseguenze a lungo termine da un lato, memorie a breve termine dall'altro. Che lezione potrà trarne un popolo immemore? Un popolo che costruisce con la sabbia, in barba a norme antisismiche. Un popolo diviso tra vittime e mandanti dell'immoralità del profitto. Un popolo immemore di polverosi referendum sul nucleare, che riporta in auge il dibattito per mutarne gli esiti. Probabilmente ci dimenticheremo anche di questo, lasciandoci abbindolare dalla favola del nucleare sicuro da subdoli giocatori di scacchi, ignorando che la maggior parte dei frequenti incidenti alle centrali vengono regolarmente taciuti nei paesi occidentali. Più difficile è tacere ciò che sta accadendo adesso in Giappone, così come lo è far finta di non vedere. Il terremoto de L'Aquila provocò 309 morti accertati, pur essendo migliaia di volte inferiore in potenza all' earthquake giapponese. 20.000 volte per la precisione. Avremmo dovuto moltiplicare queste due cifre per avere un'idea di cosa sarebbe potuto accadere in Italia? Abitazioni completamente sgretolate, giovani e anziani abbracciati sotto le macerie, sono ricordi già lontani da noi, così come lo saranno queste immagini apocalittiche quando ci appresteremo a costruire le "centrali nucleari sicure" o quando ci dimenticheremo che nel risparmio economico tra l'uso di sabbia o di cemento c'è il prezzo di una vita. Non risarcibile
L'imperativo italiano è "andiamo avanti". Avanti, nonostante il dirupo dell' incoscienza, nonostante le energie rinnovabili. Avanti, nonostante vite spezzate all'improvviso in una notte aquilana. Avanti. Per poi soffermarci, impotenti di fronte a urla disperate, arrestarci di nuovo innanzi all'inevitabile, ascoltare il lamento e lo strazio dei propri errori. E poi seppellirli, insieme alla coscienza; tornando a dimenticare. Andiamo avanti.

Luca Ciccarese